Agriturismo Villa Vittoria C.da Botteria snc 88065 GUARDAVALLE (CZ)
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L'Agriturismo Villa Vittoria e la Masseria Torre Zuvinu si trovano sulla Costa Jonica della Calabria, circondati da una bellissima campagna.
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I partecipanti, attraverso questo percorso, visiteranno luoghi e strutture che furono dei nostri avi, potendo, come in un film reale, vedere quale era la vita in una masseria, chi erano i protagonisti e cosa facevano in un contesto incontaminato ed autosufficiente.
Il fondo Zuino, si evolve nei secoli, subendo tutti gli avvenimenti storici, economici e sociali che si sono susseguiti, nonché gli eventi naturali. Dalla costruzione della torre, come fortilizio, all’aggiunta di strutture e tettoie per la sosta della transumanza, alla trasformazione in una modesta masseria che diventerà, quella che oggi è definita, un’azienda agricola.
La parte più antica, è sicuramente, la torre intorno alla quale si aggiunsero dei cortili, utilizzati per la sosta delle greggi in transumanza, la disposizione planimetrica di tali “jazzi” condizionerà la forma planivolumetrica futura; Infatti, forse nel XVIII sec. il fortilizio si trasformerà in masseria e lungo tutto il perimetro, sovrapponendosi all’esistente, sorgeranno granai, alloggi per garzoni e dipendenti, forni, mulini, stalle, locali per la molitura delle olive e dell’uva. Tutto ciò era sicuramente possibile in quanto l’agglomerato si trovava in una posizione molto favorevole sia per le vie di comunicazione che per la vicinanza alla fiumara Assi, quest’ultima, uno dei corsi d’acqua più importanti della zona. In seguito furono aggiunti altri manufatti abitativi, legati alla necessità del “padrone” di trasferirsi in campagna periodicamente.
I vasti uliveti, presenti nell’area, hanno portato alla costruzione del grande frantoio, dapprima azionato dalla forza dell’acqua, e poi, nel 1924, dalla turbina idraulica. L’alluvione del 1951, mise in ginocchio l’economia del luogo, e lo Zuino subì danni alle colture e alle strutture idrauliche che non furono
mai più ricostruite, anche perché non più necessarie in quanto la loro funzione è assolta dalla corrente elettrica. Nel 1970 le macine del frantoio sono state trasferite nel giardino di casa degli ex proprietari, mentre tutto il resto della “macchina” è stato venduto ai rigattieri. Di recente è stato recuperato, negli archivi storici della ditta Veraci di Firenze, il progetto originario del frantoio dello Zuino, dal quale si evincono le trasformazioni subite dal complesso, e tutti i macchinari che vi erano presenti.
Fin dall'arrivo i visitatori saranno coinvolti nel percorso "dell'acqua" che partendo a monte, della fiumara Assi, vi ritornava a valle, passando per orti e frutteti, mulini ad acqua e trappeti idraulici, abitazioni e stalle, alla scoperta dell'uso eco- sostenibile di questo prezioso elemento.
L’ambiente rurale nell’’alveo della fiumara Assi, e l’acqua come motore del sistema produttivo e di sopravvivenza.
Il sito dello Zuino è sicuramente strategico per il controllo della foce della fiumara, ma anche molto favorevole per l’economia agricola della masseria. La fiumara Assi, nel suo ambito fluviale, custodisce i segni di diversi siti importanti, dai monasteri, ai mulini, ai borghi; l’attrazione è sicuramente
l’abbondanza della sua acqua, bastante anche nei mesi più caldi. Si pensi cosa significava per un mulino poter lavorare tutto l’anno, per un frantoio avere forza motrice abbondante, per una masseria o monastero che fosse, avere acqua per tutte le necessità.
L’acqua della fiumara è deviata, per mezzo della “presa”, a monte, nei pressi di Tagliaferro”, la “gora”, correndo per circa un km guidava l’acqua al mulino dello Zuino, posto nei pressi dell’omonimo ponte sulla riva sinistra, dove la forza di caduta del ruscello mette in funzione l’impianto di macinatura, da qui continua il suo cammino, lungo la gora e il ponte canale, sino ad arrivare alla rapida del frantoio azionando la ruota idraulica, che ne avvia l’impianto di molitura. Dalla vasca di caduta entrava in un canale sotterraneo che la conduceva al fosso S. Andrea affluente della stessa fiumara. Qui l’acqua finiva il suo percorso per riprenderne un altro nella presa successiva. L’acqua adempie a molte altre necessità: le stelle regolano i turni per annaffiare le piantagioni e la tegola ( 1, 2,3 ciaramidi) era l’unità di misura per quantificare l’acqua spettante in rapporto all’estensione della terra. I canali d’irrigazione guidavano l’acqua negl’angoli più remoti delle terre da irrigare, e lungo il suo percorso portano l’acqua davanti alle case alle stalle, negli orti.
Nei pressi delle abitazioni i sassi creano piccole vasche e su una tavola o una lastra di pietra si lavano gli indumenti improvvisando un lavatoio e nelle stesse vasche sono messi ammollo la ginestra o altri arbusti utili per la fabbricazione dei filati. Nella fiumara, in occasione del cambio di stagione o di matrimoni, avviene il rito della “vucata” vale a dire la famiglia che si riunisce per lavare la dote, sterilizzandola con acqua calda e cenere, in vasche di terracotta.
Il "trappeto alla Genovese" è il fiore all'occhiello della Masseria Zuvinu, la visita a questo opificio, ci condurrà attraverso tutte le evoluzioni tecnologiche dell'epoca, dalla ruota persiana alla turbina idraulica, dal motore a scoppio all'energia elettrica prodotta da una dinamo idraulica......
Tutto intorno alla torre si sviluppa il frantoio, esso è composto di sei ambienti con funzioni principali, e vi si entra da un atrio coperto, dove avveniva lo stoccaggio delle olive prima della molitura.
Nella sala principale sono dislocati tutte le macchine per la lavorazione, in particolare le macine, azionate dalla turbina idraulica, poste una a quota del pavimento, l’altra in una saletta a quota superiore ricavata nel sottotetto, da dove avveniva l’azionamento della turbina e quindi d’avviamento di tutto l’impianto. Annessa al frantoio troviamo la grande sala dei tinelli disposta su quattro livelli con dodici vasche, dove per mezzo dell’acqua proveniente dal ponte - canale e con il sistema dei vasi comunicanti avveniva la decantazione progressiva dell’olio, l’acqua era distribuita uniformemente nei quattro tinelli più alti, attraverso un articolato sistema di minicondutture realizzate con mattoni di terracotta. I residui di decantazione finivano nell’ultima vasca e da qui erano smaltiti nella vicina fiumara attraverso un canale sotterraneo a tratti ispezionabile. Il corridoio, tra l’abitazione del padrone e il frantoio, ha opsitato la ruota prima e la turbina dopo nonche l’impianto di caduta e smaltimento dell’acqua, quest’ultima proveniente dal fiume attraverso la gora ed il ponte - canale; collegato alla sala principale, con ampio ingresso anche dall’esterno, troviamo il deposito dell’olio e di seguito, nello stesso edificio, troviamo il forno e un granaio. Tutti questi edifici sono improntati dalla semplicità, in quanto nati per ottemperare a funzioni lavorative, i tetti ricopiano quelli degli edifici già descritti ma dalla forma più semplice come gli infissi e le porte, e spesso sono privi d’intonaci anche all’interno, ad eccezione del forno che è stato ristrutturato il 3 dicembre 1946
La "torre", presente nella Masseria Zuvinu, e tutto il sistema difensivo intorno ad essa, ci introdurrà in affascinanti storie di turchi e saraceni, di castelli e avamposti a difesa del territorio.
In passato fortilizi e torri venivano create per essere inserite nel circuito d’opere di difesa anche pubblico, in posizione d’avamposto, tra il mare e centri urbani siti in collina, o semplicemente a difesa del tenimento privato. La maggior parte delle torri fu costruita prima del XVII° secolo; per quella dello Zuino non si è potuto, ancora, avere notizie certe sull’epoca di realizzazione, si può affermare però, che le sue funzioni erano d’avvistamento e di difesa, ciò si evince dalle caratteristiche formali, dall’orientamento e dalla posizione rispetto al contesto delle torri, dei centri abitati e dei castelli dell’area.
La torre dello Zuino, struttura architettonica caratterizzante della masseria ed identificativa del luogo, nata come opera di difesa, si presenta baricentrica rispetto agli edifici congiunti alla casa principale, di base quadrata, ( 6mt x 6mt ) si alza su tre piani fuori terra, dei quali il primo ed il secondo oggi sono diventati un’ala dell’abitazione del padrone, mentre il piano terra con ingresso indipendente, e stato trasformato in annesso al frantoio. La torre, è simile a molte altre costruzioni nate per lo stesso scopo, accomunate ulteriormente dalle caratteristiche del sito, in quanto si pongono in luoghi di facile controllo dei movimenti d’eventuali mercenari sbarcati sulle vicine spiagge.
A differenza di quasi tutte le altre costruzioni, per ovvie ragioni, presenta ingressi piccoli e sottodimensionati, anche le finestre sono molto ridotte e quelle all’ultimo piano sono accompagnate da feritoie, per l’alloggio degli archibugi; il davanzale mobile permette l’evacuazione di liquidi bollenti da versare sugli attaccanti, inoltre, per agevolare la manovra, sono disposte per ogni finestra, mensole granitiche dove appoggiare i recipienti.
Tutti gli stipiti, sia orizzontali sia verticali, delle aperture, sono realizzati con massicci parallelepipedi di granito e gli ingressi si differenziano dalle finestre per la centinatura dell’architrave e per la presenza di soglie lavorate sul davanti. Alla base, la Torre, presenta una leggera speronatura degli angoli che n’aumenta la base d’appoggio, mentre, il tetto a padiglione, è composto di un’orditura lignea con manto in coppi ed embrici, sporgenti dal perimetro murario, per mezzo della gronda prodotta da una doppia genoise, al disotto della quale sono disposti gli alloggi per i colombi, quest’ultimi con il frullare delle ali destavano il sonno dei soldati in caso di attacco notturno. Il locale al piano terra è completamente centinato denotando una volta a botte, mentre il piano di mezzo è coperto da un solaio di legno. Le ore delle giornate sono scandite da una meridiana posta sulla facciata principale. Elemento caratteristico, è il ponte – passaggio, realizzato attraverso una passerella centinata, con parapetti in muratura, che ci dirige all’ingresso del piano intermedio, composta di un’ampia sala con camino e scala di legno per avere accesso all’ultimo piano. Gli scuri e le porte sono tutti in legno spesso, a semplice disegno, protette da grate metalliche losangate come nel caso della presa di luce posta sull’ingresso al piano terra.
La proprietà dai coniugi Perronace è distinta in due corpi aziendali,
Butteria e Zuvino, separati dal letto della fiumara Assi, nel primo ha sede l’agriturismo, nel secondo è sita l'antica "Masseria dello Zuvino".
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